Cosa tiene accese le stelle

Mentre gli occhi del mondo sono puntati su Brescia e sull’emergenza Covid 19 che ha caratterizzato l’inizio balordo di questo nuovo anno, a 35 km dal capoluogo lombardo i sogni, cosi come le stelle, continuano ad ardere sotto le ceneri.

Cosa tiene accese le Stelle è il titolo di un libro del giornalista Mario Calabresi, libro che ci è stato regalato da Mamma Nadia e Papà Beppe quando eravamo ancora studenti ed iniziavamo a sognare il nostro progetto, troppo folle e difficile agli occhi di molti. E’ cosi che esordisce Stefania presentando l’azienda agricola che lei e Simone hanno creato nel 2012, poco più che ventenni, che porta orgogliosamente lo stesso nome del testo di Calabresi. Dopo aver frequentato l’Istituto tecnico agrario a Brescia e l’università della Montagna di Edolo, Simone e Stefania si mettono alla ricerca di una terra di che potesse ospitare il loro progetto. Trovano cosi una cascina abbandonata in vendita nei pressi di Bovegno, un piccolo borgo prealpino ai piedi del Monte Muffetto, nell’Alta Val Trompia.

E’ stato amore a prima vista, raccontano. Sono partiti completamente da zero e grazie a un iniziale finanziamento per i primi lavori di restauro, partono all’avventura. Cominciano dall’esterno, dai terrazzamenti del prato circostante, molto ripido e difficilmente coltivabile e dalla piantumazione di piccoli frutti come lamponi, more, ribes, uva spina, fragole e GojiSolo successivamente si dedicano alla ristrutturazione dell’interno adeguando la casa, il laboratorio per la trasformazione dei prodotti e il magazzino. E poi nascono le prime piante ad alto fusto, con mele, pere, susine, ciliegie, albicocche, cachi, cotogne, giuggiole, nespole. Stefania e Simone sperimentano una coltivazione sostenibile e rispettosa della terra: utilizzano solo trappole cromotropiche ed esche a base di aceto, solo letame di bovino maturo anche per la concimazione.

Finalmente dall’estate del 2015 Stefania e Simone si trasferiscono in Val Trompia. Nel frattempo nasce la piccola Matilda e il sogno sembra raggiunto. La Terra e i suoi frutti, una bellissima famiglia e tanta passione per il lavoro quotidiano, proprio quello che li aveva spinti a fare il grande passo, per molti azzardato e insidioso. Purtroppo però qualcosa va storto e succede l’inimmaginabile: nel buio della notte, tra il 14 e il 15 gennaio, si dipana un incendio che velocemente raggiunge il tetto, gli interni della cascina e gli ambienti adiacenti,  completamente distrutti. I danni sono ingenti. Per fortuna però Stefania, Simone e Matilde (2 anni) ne escono indenni, ma il loro sogno va in fumo. Il terreno si salva ma svanisce la loro principale fonte di reddito: trasformati e tutto ciò che veniva prodotto in laboratorio e mantenuto in magazzino. Di fronte a loro le ceneri di un sogno che finalmente, dopo tanta fatica, aveva preso vita e sapore domestico.

Nonostante tutto però non mollano. A parte i primi giorni di smarrimento, racconta Stefania, non ci siamo mai fermati. Siamo andati avanti con il nostro lavoro nei campi come sempre, con gli occhi lucidi e un po di amaro in bocca, ma con la testardaggine che ci ha sempre contraddistinti, nel bene e nel male. Ora viviamo in un’altra casa e dormiamo in un altro letto, ma tra qualche mese ritorneremo nella nostra vera casa. Appena finita l’emergenza, partiremo con i lavori di ripristino e tutto tornerà come prima e magari meglio. Ci vuole solo tempo e pazienza. E tanta tenacia, aggiungiamo noi. In fondo, nascere con un nome del genere non può che essere un inno alla speranza e un invito ad avere fiducia nel futuro, ora più che mai. Ora coltivano anche ortaggi e legumi, tante più fragole e lamponi, possiedono un apiario con 20 arnie e fiori edibili per arricchire i migliori piatti della tradizione insieme a sciroppi di frutta, erbe e fiori.

Di sogni nel cassetto ne hanno ancora tanti, forse anche l’idea di trasformare la Cascina in una struttura ricettiva e quando le chiedo Che cosa tiene per voi accese le stelle, senza pensarci due volte Stefania risponde: Oggi possiamo dire che ciò che tiene accese le nostre stelle è nostra figlia Matilde e la nostra famiglia, noi. Perché in fondo, non ci serve altro…è questo quello che ci fa vedere una luce in fondo al tunnel perché forse sono loro stessi quella luce. 

 

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