Il turismo lento della Slowcanda

Sono pochi i viaggiatori che ci arrivano per caso. A Baciardi ci si va solo di proposito. Tanto più perché ci si arriva a piedi. 

Nel cuore dell’Appennino marchigiano, arroccato sulle pendici del Monte Nerone a 5 km da Piobbico, si trova la piccola frazione di Baciardi: una trentina di case, una piazzetta, una piccola chiesa e 9 abitanti. È qui che Elisabetta Ugolini e Lorenzo Marchetti hanno scelto di concretizzare il loro sogno: cercavano “semplicemente” un luogo dove vivere, lavorare e crescere i loro tre figli, abbastanza lontani dalla folla, ma non troppo. 

E con questo spirito che nasce l’Agriturismo Slowcanda, un rudere in pietra integralmente ristrutturato in bioedilizia con materiali di pregio e con calci, malte e stucchi completamente naturali, in perfetta sintonia con l’aspetto del borgo e con le altre abitazioni, quasi tutte interamente costruite, e parzialmente ristrutturate, in pietra calcarea. 

Il nome Slowcanda nasce dalle felice unione di Slow, un concetto che è prima di tutto una scelta di vita che Betti e Lorenzo hanno fatto propria e Locanda, una dimora attraversata da pellegrini, camminatori, visitatori di ogni tipo a (quasi) qualunque ora del giorno. 

La prima sensazione che ti invade appena metti piede nei pressi del locale è quella strana sensazione di essere tornato casa o meglio, di non essertene mai andato. Quando sono uscita per la prima volta dalla porta di quella che adesso è anche casa mia, mi sono sentita come se l’avessi sempre fatto ed è stato in quel momento che ho capito che questa sarebbe stata davvero casa. Ed è questo il senso che cerco di trasmettere ai miei ospiti, l’emozione di ospitarli a casa, come se fossero gli amici di sempre

Ed ecco per loro il significato più vero del fare accoglienza: aprire la porta di cosa per offrire un soggiorno autentico, fatto di piccole magie quotidiane, di scorci naturali che riempiono l’anima e il cuore, fatto di chiacchiere e di marmellate fresche per la colazione del mattino. 

Polline fresco, il miele delle sempre più numerose arnie sotto casa, il formaggio di capra prodotto dalle loro 3 capre, il pane fresco con pasta madre di 170 anni cotto rigorosamente al forno a legna, un ampio orto naturale che soddisfa pienamente il fabbisogno del ristorante e, in base alle stagioni, colombe e panettoni artigianali sapientemente arricchiscono l’offerta della Slowcanda. E’ questa l’offerta del locale che accompagna il menu del ristorante,  preparato con estro e genialità da Lorenzo, che propone una cucina semplice e genuina che attinge dal patrimonio di materie prime locali, rielaborate con apparente semplicità e certosina abilità, dai sapori autentici e dall’aspetto curato e raffinato. 

La filosofia slow e l’arte del riciclo all’insegna del gusto e della creatività che caratterizzano il luogo, fanno del cortile esterno e delle sale interne del ristorante un ambiente accogliente, intimo e decisamente autentico. Sembra quasi di vivere un romanzo la cui atmosfera rimanda a un passato comune che riemerge con forza dall’arredamento, rustico ma ricercato, dal sapore antico e rurale ma allo stesso tempo moderno e minimale ma sopratutto dallo spirito con cui si viene accolti. 

La raffinatezza e la cura dei dettagli con cui Betty e Lorenzo accolgono gli ospiti si rivive anche nelle stanze del bed and breakfast, una matrimoniale, una tripla e una camerata da 6 posti letto, usata per lo più dagli escursionisti: i colori, i fiori freschi, il rosmarino sotto la doccia, il profumo effervescente delle lenzuola, quel buon odore di campagna e il canto del gallo con il quale ci si sveglia la mattina, rendono la Slowcanda un luogo unico, dal carattere forte e originale, ideale per prendersi una meritata pausa dal mondo

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